Neurosessismo e scienza: chi ha ragione?

Differenze di genere: una questione importante (perché non siamo proprio uguali), ma anche un argomento interessante e accattivante. Ma queste differenze sono reali o anche la scienza soffre di neurosessismo?

Neurosessismo e scienza: chi ha ragione?

Gli articoli che parlano di ricerche alle prese con la scoperta di differenze di genere più o meno riconducibili a stereotipi o a luoghi comuni sono moltissimi.

La scienza è arrivata quindi ad una svolta: una riflessione interna. Queste differenze sono reali o anche loro soffrono degli stereotipi sociali?

O meglio: i risultati vanno ad alimentare altre credenze circa le differenze tra i cervelli di uomini e donne inducendo un neurosessismo a favore degli uomini?

 

Cos'è il neurosessismo

Il termine neurosessismo fa riferimento alle credenze comuni circa le presunte e profonde differenze tra il cervello maschile e quello femminile. Il sapere comune vuole che gli uomini siano più portati per la scienza e le donne per le materie letterarie, ma queste differenze sono reali?

La scienza non è più tanto convinta e sono molti gli esperti che stanno segnando una svolta in termini di indagine delle differenze di genere sottolineando gli errori fatti fin ora per provi rimedio.

Una prima e recente critica è stata fatta da Rebecca Jordan-Young, docente di Harvard, la quale nel suo saggio attacca la bassa qualità scientifica degli studi fatti sugli ormoni, soprattutto a causa dello scarso controllo sulle variabili incidenti.

 

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Diverso peso-diverse funzioni

Una critica tutta italiana ci perviene da Raffaella Rumiati, docente di psicobiologia a Trieste. Secondo Rumiati un elemento che spesso è stato portato come prova inconfutabile delle differenze e che oggi va rivisto riguarda le diverse dimensioni: spesso infatti il fatto che le dimensioni del cervello femminile fossero inferiori è stato considerato la base per giustificare anche un diverso funzionamento.

In realtà la chiave di lettura alternativa c'è ed è anche più semplice: il cervello delle donne rispetta le proporzioni corporee e quindi è più piccolo di quello degli uomini.

Anche le differenze cognitive, dice Rumiati, in realtà sono minime. Il divario nell'apprendimento della matematica, a tutto vantaggio degli uomini, si è notevolmente ridotto negli ultimi 50 anni.

Più consistenti sono invece i divari nelle prove di rotazione mentale (immaginare un solido che ruota nello spazio) e di problem solving, anch'esse alla base delle materie scientifiche.

 

La riflessione di Cordelia Fine

Un ultimo contributo, ma molto discusso in ambito scientifico, è quello di Cordelia Fine, psicologa di Melbourne, che sottolinea un pregiudizio di fondo: le differenze di genere sarebbero innate ed immutabili.

Secondo la Fine sarebbe più saggio interessarsi delle differenze individuali e considerare altre influenze ad ampio raggio come la collocazione geografica e storica e il gruppo sociale di appartenenza.

 

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