L’ergonomia del lavoro: la scienza della performance e del benessere lavorativo

C’è una materia in cui confluiscono ingegneria, psicologia, medicina, management… ed è l’ergonomia del lavoro. Essa studia il rapporto uomo-macchina nel tentativo di assicurare il massimo adattamento reciproco anche in funzione dell’ambiente e del compito richiesto. Questa prospettiva di analisi non mira solo ad incrementare l’efficienza produttiva, ma tiene presente anche il benessere dell’operatore nella sua globalità (comfort, sicurezza, soddisfazione, rischio di stress …). Quanto è importante oggi un discorso del genere? Parliamone

L’ergonomia del lavoro: la scienza della performance e del benessere lavorativo

L’ergonomia del lavoro è quella disciplina innovativa che assume particolare rilevanza in uno scenario dove l’organizzazione del lavoro e con essa i principi di sicurezza, sono un argomento chiave delle politiche di prevenzione a livello aziendale. L’ergonomia del lavoro pone il fattore umano al centro dell’attenzione: il fine principale e più importante è quello di adattare maggiormente il luogo di lavoro alla natura dell’uomo ed alle sue esigenze.

Lo psicologo del lavoro in primis contribuisce agli studi ergonomici e a questa umanizzazione del lavoro sia con l’analisi di singole funzioni (capacità di attenzione, concentrazione), sia con lo studio dei processi complessi (attività cognitiva, studio della motivazione, reazioni emotive, risposte allo stress, etc …).

L’ultimo riferimento normativo, l’art 15 comma 1 del D. Lgs 81/08, impone “il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo”.

Purtroppo molto spesso questo concetto fondamentale viene generalmente non considerato nelle valutazioni dei rischi dai datori di lavoro, in quanto ritenuto uno spreco di mezzi e non portatore di benefici dal punto di vista umano e soprattutto economico.

All’art. 71 comma 6 si legge inoltre che: “il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché il posto di lavoro e la posizione dei lavoratori durante l’uso delle attrezzature presentino requisiti di sicurezza e rispondino ai principi dell’ergonomia”.

L’applicazione delle procedure ergonomiche alla progettazione, organizzazione e disposizione delle attrezzature dei posti di lavoro non è come spesso si crede un favore nei confronti del lavoratore, bensì un obbligo di legge.

 

L’ergonomia del lavoro e la sua filosofia                                            

Tutti i problemi del mondo del lavoro potrebbero essere analizzati ed affrontati in termini ergonomici soprattutto in un’ottica di valorizzazione delle risorse umane ed empowerment. Se le postazioni lavorative sono strutturate ergonomicamente, ossia  in base alle capacità e all’esigenze del lavoratore, è possibile compiere il proprio lavoro in maniera confortevole e salutare, ma soprattutto in modo produttivo, efficiente e con maggiore rendimento. Secondo l’ergonomia del lavoro se il fisico può beneficiare di un corretto equilibrio tra le capacità del lavoratore e le richieste organizzative, vi sarà indubbiamente una conseguente diminuzione di disagi, rischi di infortunio e malattie professionali.

L’ergonomia dei processi, nei suoi aspetti multidisciplinari e sinergici, diviene contestualmente una necessità ed un’opportunità di sviluppo per un’impresa moderna. L’ergonomia del lavoro deve oggi essere interpretata come il fattore di successo di ogni realtà, sia privata che pubblica, perché integra correttamente il benessere sul posto di lavoro con una maggiore e migliore redditività, dettando un’incisività capace di cambiare l’odierna organizzazione del lavoro.

 

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