La non violenza come pratica sociale quotidiana

Gandhi nasceva il 2 ottobre 1869 e le Nazioni Unite hanno scelto questo stesso giorno per celebrare la Giornata Mondiale della Non Violenza: è possibile promuoverla non solo per la risoluzione dei conflitti, ma anche come pratica quotidiana?

La non violenza come pratica sociale quotidiana

Il 2 Ottobre è la Giornata Mondiale della Non Violenza, giorno scelto dalle Nazioni Unite come celebrazione della nascita del Mahatma Gandhi.

Ed è proprio agli insegnamenti e alla vita stessa di Gandhi che questa Giornata si ispira per promuovere l’idea di una società non violenta come reazione alla guerra e ad una collettività imprigionata dall’odio.

 

La nonviolenza secondo Gandhi

Il Gandhi è stato il punto d’avvio di una nuova visione della società impostata sulla non violenza. La sua vita non inizia con questa impostazione, ma vi giunge dopo un percorso di conoscenza di sé e della società. Non si tratta di essere ribelli, ma di capire quale possa essere il percorso di miglioramento e intraprenderlo.

Il Satyagraha è la risposta che ha trovato Gandhi, una strategie di miglioramento collettivo e in questo senso rivoluzionario.

La non violenza è l’alternativa alla guerra come metodo per risolvere le diatribe e i contesi internazionali, ma anche nel quotidiano tra le persone.

L’obiettivo non è quello di vincere schiacciando l’altro, ma di vincere trovando una via d’uscita che consideri i bisogni di tutti nel confronto e compromesso.

Il 2 Ottobre è la celebrazione di questa alternativa e il momento per ricordarci che un’altra via è possibile.

 

La non violenza ogni giorno

Contrastare la guerra con un’ottica improntata alla nonviolenza non significa che di fatto questa sia un obiettivo che solo i politici devono perseguire. Un’educazione improntata al confronto e alla nonviolenza crea adulti che vedranno naturalmente in essa una strategia efficace per affrontare i problemi.

Uno strumento educativo che ci aiuta in tal senso è sicuramente l’empatia, cioè la capacità di entrare in contatto con il mondo altrui, con le sue ragioni e la sua visione del problema. Ciò non significa farla propria, ma considerare che anche le altre posizioni hanno una loro validità che non va schiacciata, bensì compresa.

Recentemente è apparsa la notizia che in Danimarca l’empatia viene insegnata a scuola una volta alla settimana. Nei social network è stata accolta come l’ennesima dimostrazione della lungimiranza di altri paesi, ma personalmente è una soluzione che mi lascia perplessa: davvero vogliamo che una qualità del genere venga addossata alla scuola, quando invece dovrebbe far parte dell’educazione e del clima che un bambino respira a scuola, ma soprattutto a casa e non una lezione relegata a un’ora precisa.

Questo non significa che sia una scelta didattica sbagliata, ma è l’equivalente del 2 Ottobre: un giorno festeggi la Non violenza, ma la vivi tutto l’anno.

 

Giornata della pace, non solo dalle grandi guerre