La decrescita dei consumi

Dagli Usa arriva uno stop alla schiavitù degli oggetti. “Vivere con 100 cose” per ridimensionare gli sprechi

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Liberarsi di tutto il superfluo e resistere alla tentazione di nuovi acquisti impulsivi, dettati dalla pubblicità o dalla voglia di emulare il vicino. In pratica, imparare a vivere con 100 cose, non una di più. In sintesi, praticare la decrescita dei consumi.

L’America vuole mettere in pratica la lezione della crisi e cercare di campare bene entro i limiti del proprio reddito. Nasce così il movimento per “imparare a vivere con 100 cose”, ispirato dai consigli pratici del manuale “La sfida delle 100 cose”, una sorta di Bibbia di questa nuova aggregazione minimalista.

Il movimento della decrescita dei consumi

L’autore – Dave Bruno di San Diego, in California – è adorato dai suoi fan su Facebook e ha seguaci in tutti gli Stati Uniti. Il suo credo ha in effetti diverse funzioni, come spiega Federico Rampini su Repubblica.

- Ha una funzione economica: l’America vuole imparare a evitare la tentazione di indebitarsi.
- Ha una dimensione psicologica, la liberazione dallo stress, e non a caso sorge in parallelo la figura professionale del “life-coach”, colui o colei che ti allena alla vita, una sorta di psicoterapeuta delle scelte quotidiane.
- Ha una valenza educativa: bisogna preparare figli e nipoti a vivere sereni con meno cose, visto che queste saranno le prime generazioni occidentali costrette a ridimensionarsi rispetto ai genitori.

E così con tante motivazioni diverse, un esercito di coppie americane si riconosce nella nuova definizione di “personal downsizers”. Famiglie intere aderiscono alla decrescita dei consumi, una “nuova aritmetica della vita”, ovvero: “minima addizione, massima sottrazione”.

Le abitudini dei nuovi consumatori

Spiega Dave Bruno: “Si comincia dagli armadi dei vestiti, del resto ne abbiamo sempre tanti, troppi. Ridurre il proprio guardaroba è il primo gesto catartico, e ti dà forza per proseguire col resto della casa. Buttare via tanto, ti vaccina contro la tentazione di comprare ancora più di prima. Dopo qualche mese anche le tue abitudini di consumatore cominceranno a cambiare”.

Il direttore della Alliance for Sustainability – Sean Gosiewski – ha ben accolto questa evoluzione dei valori: “Ci aspettano vent’anni – ha dichiarato a Repubblica – in cui dovremo tutti ridimensionare le nostre aspettative di consumo e adottare abitudini di vita più semplici. Tanto vale cominciare subito e con lo spirito giusto”.

Un esempio? Usare i primi giorni di riposo del 2011 sotto il segno della decrescita dei consumi. Riunire la famiglia e redigere la lista delle “cento cose di cui non possiamo davvero fare a meno”.