La prossemica: spazi fisici e mentali nei quali ci muoviamo

Come reagiamo quando sperimentiamo “fastidio” o “imbarazzo” se una persona si avvicina troppo a noi? Sicuramente ripristinando le “giuste” distanze; allo stesso modo se invece si allontana troppo da noi. Comunichiamo ogni giorno mettendo o ripristinando distanze senza esserne consapevoli. Questioni di prossemica, che concerne la percezione, l’organizzazione e l’uso dello spazio, della distanza e del territorio nei confronti degli altri. Vediamo cosa comunicano queste distanze e quanto possono essere diverse da persona a persona

La prossemica: spazi fisici e mentali nei quali ci muoviamo

Lo spazio che ci separa dagli altri è uno spazio mentale che esiste nella nostra mappa del mondo ed è chiamato spazio prossemico o bolla prossemica, perché si sviluppa tutta intorno a noi. Se ad esempio chiamiamo una persona e questa per risponderci si avvicina, la distanza alla quale essa si fermerà da noi rappresenterà il suo spazio prossemico, ossia quella particolare distanza mentale e relazionale che desidera avere da noi.

Facile dedurre come con i nostri amici le distanze sono molto ridotte, con il nostro partner diminuiscono fino al contatto fisico, con gli estranei invece sono molto grandi. Di conseguenza, dal punto di vista della comunicazione non verbale, azioni e reazioni sulla distanza sono diverse e significative a seconda che ci facciamo avvicinare o ci avviciniamo ad un uomo o ad una donna, conoscente, amico, estraneo, partner e via dicendo.

 

Prossemica e territorialità

Nella prossemica l’uso dello spazio e della distanza implica un equilibrio instabile tra processi affiliativi (di avvicinamento) e processi di riservatezza (di distanziamento): abbiamo bisogno di mantenere contatti con gli altri e la vicinanza spaziale costituisce una premessa in questa direzione, ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di definire e di proteggere la nostra privatezza e la distanza fisica rappresenta una condizione importante a questo riguardo. La regia di queste oscillazioni tra affiliazione/vicinanza e riservatezza/distanza è mediata attraverso la gestione della propria territorialità.

Per la prossemica il territorio è un’area geografica che assume risvolti e significati psicologici nel corso degli scambi comunicativi. Esistono un territorio pubblico e territorio domestico. Il primo è dove gli individui hanno libertà di accesso, ma è regolato da norme e vincoli ufficiali e la loro trasgressione è sanzionata. Il territorio domestico invece è quello in cui l’individuo sente di avere libertà di movimento, nel quale prova un senso di agio e del quale possiede il controllo (per esempio la propria casa, l’ufficio, ecc. …).

 

L’ansia delinea lo spazio personale: ecco perché

 

La prossemica: questione di distanze

Nella prossemica la gestione del territorio comprende anche la regolazione della distanza spaziale, che rappresenta a livello di linguaggio del corpo un buon indicatore della distanza comunicativa tra le persone. Si distinguono tendenzialmente quattro tipi di distanze interpersonali:

  • Zona intima (fra 0 e 0,5 m circa): è la distanza delle relazioni intime, ci si può toccare, sentire l’odore del partner, avvertire l’intensità delle sue emozioni, parlare sottovoce;
  • Zona personale (fra 0,5 e 1 m circa): è l’area invisibile che circonda in maniera costante il nostro corpo, una sorta di bolla spaziale personale la cui distanza varia da interazione a interazione, di solito amicale, nella quale è possibile toccare l’altro, vederlo in modo distinto, ma non sentirne l’odore;
  • Zona sociale (fra 1 e 3,5/4 m ): è la distanza per le interazioni meno personali, più formali;
  • Zona pubblica (oltre i 4 m): è la distanza tenuta in situazioni pubbliche ufficiali che comporta un’enfatizzazione dei movimenti e una intensità elevata della voce.

Come si può immaginare la regolazione dello spazio assume importanti significati a livello comunicativo in quanto può favorire processi di intimità, di dominanza, di manipolazione del partner per metterlo a suo agio (o disagio). Detto questo, sarebbe bene imparare a rispettare “le bolle” degli altri o ad invaderle consapevolmente, con l’obiettivo in questo caso di produrre un cambiamento di stato psico-fisico.


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