In amore è meglio avere segreti o dirsi tutto?

La confidenza e la fiducia in amore sono ingredienti essenziali all’intimità emotiva fra i partner. Ma spesso dietro la pretesa di dirsi tutto ci sono attese irrealistiche di fusione idealizzante che rischiano di creare solo delusioni. Non si tratta di avere segreti oscuri, ma di mantenere dei sani confini fra sé e l’altro.

In amore è meglio avere segreti o dirsi tutto?

Dirsi tutto senza se e senza ma. Forse era la pretesa che sostanziava le amicizie della prima adolescenza, quando l’amico del cuore rappresentava una sorta di “doppio” a cui appoggiarsi per non affrontare da soli il mondo, ma difficilmente questo “mito” può sostenere un rapporto adulto di intimità emotiva. 

È vero: nella coppia, specie se i due partner condividono una vita insieme, la fiducia e la sincerità sono presupposti fondamentali. Attenzione però a non confonderli con l’aspettativa fusionale, quanto mai irrealistica, che essere uniti significhi dirsi tutto. Si rimane due persone separate e questo gioco di distanze contribuisce, al pari dell’onestà e della sincerità, a rendere sano il rapporto di coppia. Vediamo perché.

 

Dirsi tutto al primo appuntamento?

A volte la pretesa di dirsi tutto, di raccontarsi senza filtri, connota una relazione fin dalle sue fasi iniziali; le confidenze, anche le più intime, non rappresentano il risultato di un processo conoscenza reciproca, ma sono il punto di partenza con il quale i due partner cercano conferma dell’interesse reciproco a instaurare un legame.

Un esempio, non così raro, è rappresentato dalle “confessioni” inerenti i propri “ex”. Che si tratti della chiusura recente di una storia importante o di un lungo periodo di incontri “mordi e fuggi” poco importa: non di rado le persone, nel momento in cui iniziano una relazione, tendono fin dalle prime battute a raccontarsi reciprocamente su questi temi. Spesso l’intenzione è quella di instaurare una vicinanza emotiva, di conoscere meglio l’altro, di confrontarsi “indirettamente” sulle proprie idee relative alle relazioni di coppia.

Si sa: la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. I risultati di questo tipo di confidenze, se fatte prematuramente, rischiano però di essere deludenti, di generare imbarazzo e gelosia, di innescare involontari confronti fra sé e gli “ex”, o di alimentare un piano confidenziale che finisce con l’assomigliare più ad un’amicizia che ad una possibile relazione amorosa. Meglio forse, almeno all’inizio, rimanere sul presente accettando un’inevitabile componente di “mistero” che circonda la persona che si è appena incontrata. In fondo non è anche questo uno degli ingredienti della seduzione?

 

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Reciprocità e parità in amore

All’estremo opposto troviamo le coppie consolidate, coloro che in un matrimonio o in una convivenza hanno reso il rapporto d’amore un progetto di vita. È superfluo dire quanto all’interno di questi assetti sia fondamentale poter avere fiducia l’uno dell’altra ed essere sinceri e onesti rispetto a tutti gli aspetti del vivere insieme, sia quelli inerenti i sentimenti che quelli relative a questioni come il lavoro o il denaro.

Infatti non si è più responsabili solo di s stessi e quello che accade nella propria vita individuale influenzerà inevitabilmente la propria coppia/famiglia. Avere segreti su questi aspetti rischia di minare le basi del rapporto di coppia.

La fiducia e l’onestà reciproche non significano però dirsi tutto tout court.

Ognuno può avere aree della propria emotività su cui preferisce mantenere un riserbo: fantasie sessuali, episodi spiacevoli, errori del passato eccetera. Tutto può esser detto o non detto, dipende molto dall’obiettivo con cui lo si fa. Se è solo per “alleggerirsi la coscienza”, ottenere una sorta di “perdono” dall’altro, in questi casi l’intento, spesso inconsapevole, è solo quello di deresponsabilizzarsi di azioni, ricordi, o pensieri  di cui non si vuol portare il peso. Confidarsi con questo intento rischia di porre il partner in una posizione genitoriale, e non più paritaria, rispetto a sé stessi, minacciando la reciprocità che fonda l’intimità emotiva di una relazione adulta.

 

Dire… o non dire nei conflitti

Anche nei momenti di disaccordo o conflitto non è detto che sia sempre opportuno comunicare all’altro tutto ciò che si prova o si pensa. In questi casi condividere senza filtri tutto quello che si ha in mente potrebbe complicare notevolmente le cose! Per litigare bene occorre la capacità di mantenere una certa distanza fra sé e l’altro, distinguere quali sono i contenuti che è importante condividere da quelle emozioni momentanee che rischiano solo di innescare circoli viziosi distruttivi. Anche in questo caso, una quota di disagio, confusione e rabbia può darsi sia più opportuno tenerla per sé, sopportarne da soli il “peso” (per quanto questo possa sembrare sgradevole: ecco perché è più facile “scaricarla” sul partner) se non altro fino a quando non si avrà chiaro cosa vale la pena esser detto e perché.

Riuscire a non dirsi tutto, almeno non sempre o non subito, può essere, dunque, segno di una grande maturità emotiva e rispetto reciproco. Il legame di coppia, in fondo, unisce i due partner grazie anche a questo gioco di reciproche distanze, a questo saper essere sufficientemente vicini ma anche sufficientemente lontani per non perdere la propria dimensione individuale

 

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Foto: Mirko Vitali / 123rf.com