La relazione tra obesità giovanile e televisione

Nei teenagers la relazione tra televisione, specialmente per quanto riguarda la pubblicità che trasmette, e chili di troppo è forte e secondo il parere degli esperti pediatri, allarmante. Lo conferma una ricerca della New York University pubblicata recentemente su Pediatrics

La relazione tra obesità giovanile e televisione

Passare del tempo davanti alla televisione può essere un’abitudine non sana per varie ragioni.

La scatola, ormai sempre più sottile, che sembra metterci in collegamento col mondo, talvolta favorisce l’isolamento e nei teenagers può fungere da sprone per comportamenti alimentari non salutari.

 

Obesità e televisione: le politiche sociali e le ricerche sul tema

Da alcune ricerche è noto che la televisione svolge un ruolo importante nell’eziologia dell’obesità e del consumo dei cibi spazzatura specialmente fra gli adolescenti.

Per questo alcuni governi stanno iniziando ad adottare delle politiche volte all’eliminazione o riduzione delle pubblicità dei cibi spazzatura specialmente all’interno dei programmi televisivi per bambini, accompagnando questo con raccomandazioni rivolte ai genitori di ridurre la quantità di tempo che i loro figli passano davanti alla tv.

Uno studio (Bragg, Miller, Elizee, Dighe, & Elbel, 2016) pubblicato su Pediatric della New York University infatti accusa le scelte di marketing che favorirebbero il consumo di cibo spazzatura fra gli adolescenti tramite pubblicità televisiva dove personaggi famosi e pop star fra i teenagers diventano promoter di cibi dallo scarso valore nutrizionale.

I ricercatori hanno quantificato il numero ed il tipo di cibi e bevande selezionando fra quelli che circolavano negli ultimi 14 anni in televisione, radio ed YouTube e che avevano maggiori visualizzazioni, di cui i promoter erano pop star della musica che avessero ricevuto tra il 2013 ed il 2014 un premio che in America viene assegnato dagli stessi teenagers (Teen Choice Award).

I ricercatori hanno visto che fra i prodotti che le star pubblicizzavano 8 su 10 erano alimenti scarsi dal punto di vista nutrizionale e nessuna delle star era testimonial di prodotti salutari.

 

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Obesità e televisione: possibili soluzioni

La Società Italiana di Pediatria raccomanda alcuni comportamenti preventivi del rischio obesità: no alla televisione prima dei due anni di età, non trascorrere più di 2 ore al giorno davanti allo schermo, evitare il televisore e la connessione internet in camera dei ragazzi, evitare il computer e la televisione nelle ore serali e notturne.

Basta, infatti, aumentare leggermente l’introito calorico e anche l’attività sedentaria giornaliera per portare ad un incremento ponderale nell’arco dell’anno.

Le buone abitudini alimentari si imparano sin da piccoli, ciò non vuol dire adottare un comportamento alimentare rigido, ma flessibile, dove ogni tanto ci possono essere delle eccezioni che però, proprio perché tali, non sono la norma.

La Società Italiana di Pediatria suggerisce anche di educare in famiglia ad uno stile alimentare sano ricco di frutta e verdura accompagnato anche da una buona attività fisica, per contrastare gli effetti degli spot pubblicitari di cibi spazzatura nell’attesa che politica ed industria alimentare inizino a sponsorizzare cibi salutari.

 

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