Integrare le Nuove Tecnologie a scuola

Integrare le nuove tecnologie a scuola, non significa solo introdurre dei device, ma fornire agli studenti quegli strumenti di analisi che formeranno dei nuovi adulti digitalmente consapevoli.

Integrare le Nuove Tecnologie a scuola

In questo primo mese dell'anno stanno prendendo l'avvio molti progetti formativi nelle scuole, e, una delle richieste più frequenti che arrivano riguarda proprio un metodo per integrare le nuove tecnologie a scuola.

Si tratta di una domanda molto delicata e difficile perché si presta a molteplici interpretazioni e resistenze.

E' fondamentale prima di tutto capire cosa intendono gli insegnanti per integrazione e quale resistenze hanno nei confronti dei moderni device e dei servizi che offrono.

 

Un gap culturale

I cambiamenti dell'istituzione Scuola mi sono sempre sembrati i più difficili da accettare, forse perché, da genitori, ci affidiamo ai nostri ricordi per comprendere cosa stanno attraversando i giovani, inoltre è l'istruzione ricevuta, nei modi, nei tempi e attraverso gli strumenti utilizzati dai nostri insegnanti che ci ha formati, ci ha reso gli adulti e i lavoratori che siamo: quindi se è andata bene per noi tendiamo a pensare che siano indispensabili, irrinunciabili.

Il gap culturale oggi è doppio: oltre al cambio generazionale che sempre ci porta a vedere il passato tinto di tonalità dorate, si è affermato un nuovo medium dominante, dei device accattivanti che portano ad usufruire del mondo in modi differenti. Se studiare significa approcciarsi al mondo, le nuove tecnologie a scuola hanno modificato questo accesso.

 

Ma che significa integrare?

Torniamo alla domanda iniziale: come integrare? Un mezzo porta con sé nuove conoscenze e anche nuove intelligenze: portare le nuove tecnologie a scuola non significa solo usare gli ebook al posto dei libri cartacei (a cui personalmente non rinuncerei mai), bensì importare nuovi modi di raccogliere, usufruire ed elaborare informazioni e considerarli degni.

La lettura di un testo cartaceo e monografico, necessita di capacità di analisi, di estrapolazione dei concetti principali e la loro connessione, ma anche della pazienza di arrivare fino alla fine.
Un testo digitale ha tutt'altra impostazione: deve essere coinciso, offrire il meglio di sé immediatamente e la pazienza del lettore di arrivare in fondo alla schermata non è mai garantita.

Il digitale inoltre porta alla ribalta l'uso delle immagini come fonte informativa. Molti insegnanti rivendicano con giusto orgoglio l'importanza di non perdere le vecchie competenze, ma non possiamo lasciare i ragazzi sprovvisti di nuove capacità d'analisi: la sintesi, la commistione dei codici informativi e le logiche della comunicazione online.

 

Ma cosa stiamo perdendo?

Molti insegnanti sentono questo passaggio come una perdita e penso che questo sia l'ostacolo maggiore da superare.
Non si tratta di perdere quello che il cartaceo ci ha insegnato, ma di dare al digitale una veste nuova: una comunicazione (che sia passaggio di informazioni o una comunicazione tra esseri umani) che non sia di secondo livello, ma abbia una sua dignità, accettata per le sue specificità.
Integrare per me significa dotare i nostri studenti del senso critico necessario per capire quale sia l'informazione che viene passata online rispolverando anche gli insegnamenti tradizionali.

Perché la rivoluzione è inarrestabile, ma occorre non lasciare i ragazzi privi degli strumenti necessari per padroneggiarla e magari scoprire che in fondo certe qualità servono sempre.

Chissà chi sarà il nuovo Dante che si arrischierà a scrivere un'opera monumentale nel "volgare" digitale.

 

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