Compiti per le vacanze: sì o no?

L’estate è agli sgoccioli e si affaccia il solito problema: i compiti delle vacanze. C’è chi deve sopportarli tutta l’estate e chi si riduce puntualmente all’ultimo momento, per genitori e figli si tratta spesso dell’ennesima lotta che rischia di guastare le vacanze ad entrambi.

Compiti per le vacanze: sì o no?

“I compiti li ho fatti ma ho dimenticato il libro nella casa al mare” questa la tradizionale scusa che molti ricorderanno di aver accampato ai loro tempi per motivare il mancato svolgimento dei famigerati compiti delle vacanze.

Chi oggi ha dei figli ripensandoci non potrà fare a meno di sorridere. Eppure adesso che sono i propri bambini a dover fare i compiti delle vacanze c'è il rischio che si trasformarsi in un’incombenza gravosa e conflittuale per entrambe le parti.

È giusto dover fare i compiti delle vacanze? Con che modalità svolgerli garantendo comunque riposo e svago per i bambini? E, soprattutto, qual è il ruolo dei genitori?

 

I compiti delle vacanze e la scuola italiana

La tradizione di interrompere le scuole per una lunga pausa estiva di 13 settimane è tutta italiana e di pochi altri paesi (Turchia, Lituania, Lettonia), in altri paesi come Danimarca, Germania, Francia e molti altri la pausa estiva dura molto meno - 10 o anche solo 6 settimane - essendo maggiormente distribuiti nel corso di tutto l’anno scolastico periodi di vacanze brevi, come ad esempio in autunno, a metà inverno e in primavera.

Quello dei compiti delle vacanze nel nostro Paese è un problema che ha molte sfaccettature ma che è primariamente legato alla lunghissima pausa a cui sono solite le scuole italiane. Dopo un intero anno scolastico trascorso senza interruzioni significative (eccezion fatta per la pausa Natalizia e le feste comandate), la scuola si ferma praticamente per più di tre mesi!

Non è certo il massimo per l’apprendimento e l’ottimizzazione delle energie da impiegare nello studio, specie per i più piccoli, che arrivano sfiniti a giugno per ritrovarsi una pausa troppo lunga che rischia di far dimenticare nozioni e ritmi di studio.

 

Nell'apprendimento svolge un ruolo fondamentale la motivazione

 

Pro e contro dei compiti delle vacanze

I compiti delle vacanze dunque, seppure possono apparire a bambini e studenti come una cattiveria ingiusta tesa a guastare l’unico momento dell’anno in cui hanno diritto ad un po’ più di respiro, si rendono d’altro canto necessari per tamponare gli effetti potenzialmente controproducenti di una pausa, quella estiva, che rischia di generare un vero e proprio disapprendimento specie per coloro che hanno più difficoltà a concentrarsi e a stare al passo con continuità con i ritmi scolastici: rischiano di dover ricominciare a settembre tutto da capo.

Come comportarsi allora? È bene tener presente sia la necessità di riposo e una maggior libertà, sia quella di riprendere confidenza con lo studio prima che l’anno scolastico abbia inizio aiutando il bambino e gestirsi con responsabilità e autonomia.

 

Fare una pausa e staccare la mente dalla scuola

Se abbiamo detto che la pausa estiva delle scuole italiane è troppo lunga ciò non vuol dire che una pausa non ci dovrebbe essere.

Pertanto non è affatto incongruo che i bambini subito dopo la scuola abbiano modo di concedersi anche più di un mese di svago potendo accantonare in un angolo della loro mente il problema “scuola”, incombenza da cui anche i genitori si sentono temporaneamente sollevati.

Tempi e modi del riposo dei bambini seguono regole per alcuni versi non dissimili dagli adulti: si deve poter staccare la mente per poi riprendere le attività con maggior energia.

 

Uno spazio e un tempo per i compiti

Può essere utile pertanto che ai compiti delle vacanze venga dedicata la seconda parte della pausa estiva cercando di non accumularli tutti negli ultimi giorni ma distribuendoli quotidianamente e alternandoli alle restanti attività “vacanziere”: non può diventare uno stress o un impegno maggiore rispetto a quello dell’anno scolastico (discorso a parte per coloro che devono recuperare lacune precedentemente accumulate).

È utile che, anche se i vacanza e in un’abitazione differente dalla propria, il bambino possa avere un tempo e uno spazio fisico a cui dedicarsi ai compiti delle vacanze (cosa che dovrebbe valere anche a casa): una stanza tranquilla (che sia sempre la stessa) dove non essere disturbato o distratto da altri rumori e dove avere tutto a disposizione.

Non possiamo pensare che un bambino impari a concentrarsi e svolga i compiti in autonomia se gli adulti per primi non gli trasmettono l’importanza di avere uno spazio per sé.

 

Il ruolo dei genitori

Un ultimo aspetto, legato non solo ai compiti delle vacanze, riguarda il ruolo dei genitori: i compiti sono un’ incombenza del bambino, non di mamma o papà che la licenza media o elementare l’hanno presa già ai loro tempi!

Il loro ruolo può essere senz’altro quello di incoraggiare autonomia e metodo nel bambino, e rispondere a dubbi o domande, ma la responsabilità finale dei compiti deve rimanere il più possibile la sua.

 

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